18 febbraio 2018 – La Civiltà Rupestre – Petruscio

Gravine di Petruscio

Gravine di Petruscio

La Sottosezione di Nardò del Club Alpino Italiano Sezione di Gioia del Colle “Donato Boscia”, organizza un’ escursione nel territorio comunale di Mottola:

Difficoltà: E/

Località:  territorio comunale di Mottola/

Lunghezza: 23km circa/

Dislivello:  ======/

Tempo stimato di percorrenza: 8 ore/

Organizzazione: appuntamento ore 09:30 Chiesa Madonna del Carmine SP 28 Mottola (Ta) https://goo.gl/maps/7FHfhtZ4sdu

Iscrizione:  riservati ai soli Soci della Sezione e della Sottosezione, in regola con il rinnovo tessera anno 2017 e ai nuovi tesserati anno 2018. Per prenotazioni e ulteriori informazioni chiamare il referente della Sottosezione Roberto 3293190420/

Equipaggiamento: normale individuale,  scarpe e bastoncini da trekking, acqua potabile, pranzo al sacco – OBBLIGATORIO: torcia con batterie di ricambio, fischietto di emergenza, pile, giacca a vento o antipioggia, cappello e guanti/

Descrizione: Per la serie di itinerari denominati “la civiltà rupestre” vi proponiamo una nuova escursione alla scoperta del “vivere in grotta”, leggende, storia e natura si uniscono per esaltare la naturale bellezza di questa escursione nella Gravina di Petruscio a Mottola. Escursione circolare “ad anello”  che si snoda all’interno della gravina e lungo sentieri in un ambiente prettamente naturalistico, con viste spettacolari lungo la cresta dorsale. Un viaggio tra storia e suggestioni di una terra magica. La Civiltà Rupestre, dall’VIII al XVI secolo si sviluppa nei territori meridionali, con decisi riferimenti a quelli dell’arco jonico, e quindi anche a Mottola. Si tratta di una particolare forma di vita quella del “vivere in grotta”, legata per certi peculiari aspetti alla cultura religiosa orientale ed alle persecuzioni iconoclastiche di Bisanzio, che provocò diverse immigrazioni di civili nelle gravine. Di questo periodo e di queste vicende nei nostri territori restano numerosi segni e testimonianze di vita, di arte e di culto, disseminati nelle grotte delle gravine e dei centri urbani. Talvolta si tratta di ambienti singoli o di interi villaggi, con una varietà di stili, di motivi architettonici ed impianti urbani rispondenti alle esigenze religiose, abitative, economiche, artistiche o ad opportunità di culto e di ambientazione sociale, che collegano queste realtà a luoghi similari della Cappadocia, della Serbia e di altre regioni mediorientali.